KIDILIZ GROUP ITALIA: PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE. A RISCHIO UNA VENTINA DI LAVORATRICI SUL TERRITORIO, SEICENTO IN TUTTA ITALIA

La Kidiliz Group, azienda attiva nel commercio di abbigliamento per bambini e proprietaria dei marchi Absorba, Catimini e Z, è entrata in Francia in una procedura di amministrazione controllata, seguita poco dopo anche dalla filiale italiana del Gruppo. L’esito è incerto e, a oggi, non ci sono informazioni chiare sul destino dell’azienda e dei dipendenti.
Questo significa che è in bilico il destino occupazionale di seicento persone, distribuite su una rete di circa 150 negozi, sparsi in tutto il paese e principalmente a marchio “Z”.
Sono quattro i punti vendita nella provincia di Como: Tavernola, Montano Lucino, Cantù e Erba. Le lavoratrici impiegate sono una ventina.

A livello nazionale, Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno indetto uno stato di agitazione per portare all’attenzione delle istituzioni la pesante condizione in cui versano i dipendenti e sollecitarle ad attivarsi tempestivamente, prima che le conseguenze della procedura in corso si tramutino in licenziamenti collettivi. Lo stato di agitazione è arrivo anche sul nostro territorio.

Nel 2018, passando alla proprietà del gruppo cinese Semir, Kidiliz avrebbe dovuto avviare una stagione di rilancio e, invece, dopo un rapido peggioramento, la situazione è precipitata nel giro di poche settimane.
Già ora la continuità operativa dell’azienda è in dubbio, mentre le lavoratrici si vedono sospesi parte delle retribuzioni e degli istituti contrattuali.
Domani si concluderà la raccolta delle offerte di acquisto prevista dalla procedura francese, ma non vi è alcuna garanzia che possano esserci investitori interessati al ramo italiano del gruppo, anche perché non è stata data adeguata comunicazione di tale bando in Italia né tantomeno sono stati coinvolti i livelli istituzionali del nostro Paese. Agendo con maggior tempestività nella pubblicazione del bando di vendita, ed eventualmente aprendo una procedura omologa anche in Italia, che ancora potrebbe essere aperta come “procedura secondaria”, si sarebbe potuto raggiungere un ventaglio più ampio di possibili acquirenti.
Con la mancanza di informazioni e la gestione della procedura tutta svolta oltralpe, si rischia invece che un attore importante del settore sparisca nel silenzio generale lasciando a casa i propri assunti, in un momento già drammatico per il commercio e per la nostra economia tutta.

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