LA VIA MAESTRA: INSIEME PER LA COSTITUZIONE Il 7 ottobre scenderemo in piazza a Roma per tutelare i nostri diritti

Il 7 ottobre 2023 la Cgil di Como sarà in piazza a Roma, insieme a centinaia di associazioni e realtà della società civile, tutte e tutti insieme per far valere i nostri diritti, per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione.

Rivendichiamo il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità, fulcro di un modello di sviluppo sostenibile fondato su nuove politiche industriali. Al centro della nostra iniziativa c’è l’esigenza di contrastare con forza la precarietà dilagante, il lavoro povero e sfruttato. Ci poniamo l’obiettivo di aumentare i salari rinnovando i contratti a partire da quelli del pubblico impiego e le pensioni, oltre a superare la legge Fornero. Su questi temi abbiamo scritto al Governo senza ricevere risposta, oggi l’inflazione colpisce in particolar modo lavoratori dipendenti e pensionati, questo è uno dei temi centrali dai quali il Governo e le parti datoriali non si possono sottrarre.

È il momento di introdurre il salario minimo, dare valore generale ai contratti, approvare la legge sulla rappresentanza, strumenti essenziali per contrastare i contratti pirata.

Vogliamo che le istituzioni del nostro paese agiscano per garantire condizioni di sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori: a rendere ancora più urgenti le questioni per cui scenderemo in piazza sono gli ultimi fatti che hanno sconvolto il nostro Paese, come il disastro ferroviario di Brandizzo: una tragedia inaccettabile, che ci obbliga – ancora una volta – a fare i conti con una doverosa riorganizzazione dell’assetto che governa la salute e la sicurezza sul lavoro in Italia.

Per questo e per molti altri motivi legati principalmente non solamente al lavoro, siamo promotori di questa iniziativa.

Centrale è il tema della salute, rispetto a cui chiediamo il potenziamento del servizio sanitario nazionale e del sistema socio-sanitario pubblico, che sia realmente solidale e universale, a cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica.

La spesa sanitaria pubblica del nostro paese nel 2022 si attesta al 6,3% del PIL, sotto la media europea. Negli ultimi 20 anni sono stati tagliati 80 mila posti letto negli ospedali pubblici. La bocciatura da parte del Consiglio Regionale Lombardo di sottoporre al voto dei cittadini il quesito referendario sulla sanità regionale proposto da CGIL e altre associazioni è un atto grave, antidemocratico che sottolinea la disattenzione della nostra Regione rispetto alle gravi mancanze di un sistema sanitario ormai al collasso.

Rivendichiamo maggiore attenzione ai temi legati all’istruzione, in quanto diritto primario, dall’infanzia ai più alti gradi. Il sistema di istruzione deve essere pubblico e universale e gratuito e deve garantire uguali diritti su tutto il territorio nazionale allineandosi agli standard europei.  Contrastiamo con forza le spinte all’autonomia differenziata che porterebbe un ulteriore aumento dei divari tra diverse aree del paese e non contribuirebbe positivamente al miglioramento dei servizi neanche nelle zone economicamente più agiate vista la mancata programmazione di investimenti. Il risultato sarebbe comunque solo un rafforzamento del privato a scapito del pubblico con un evidente abbandono delle fasce meno agiate della popolazione a tutte le latitudini.

Il contrasto alla povertà, alle diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale sono un altro punto centrale, insieme al diritto all’abitare e a un reddito per una vita dignitosa. Al contrario, il Governo va in un’altra direzione e cancella il Reddito di cittadinanza, lasciando tante persone senza alcun sostegno.

Ci batteremo per la redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più, per garantire a tutti un sistema di welfare pubblico e universalistico, che protegga e liberi dai bisogni. Il nostro paese ha bisogno di una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività, che sono oggi negati da interventi e da un’evasione fiscale sempre meno contrastata.

Ci sarà spazio anche per il diritto a un ambiente sano e sicuro, in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi. Per questo è grave che il Governo abbia tolto dai fondi del Pnrr le risorse sul dissesto idrogeologico, specialmente dopo le alluvioni che hanno colpito alcune regioni del Paese. Anche la nostra provincia ha subito periodicamente danni collegati al disinvestimento nella cura del territorio. Giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia “nell’interesse delle future generazioni”, come recita l’articolo 9 della nostra Costituzione.

Infine una politica di pace intesa come ripudio della guerra, con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta.

Stiamo discutendo con i lavoratori durante le assemblee che abbiamo convocato in tutti i luoghi di lavoro della necessità di scendere in piazza il 7 ottobrecon delle rivendicazioni chiare, attuali, deliberate dai lavoratori stessi durante le assemblee. Se il Governo non darà risposte adeguate ai temi che abbiamo sollevato valuteremo altre azioni di contrasto e mobilitazione.

Il 21 settembre abbiamo incontrato i nostri attivisti durante un Attivo delle delegate e dei delegati, delle pensionate e dei pensionati per condividere con loro il percorso di mobilitazione e raccogliere le adesioni alla manifestazione. Lo stesso giorno alle 20,20 abbiamo presentato le rivendicazioni sindacali alle associazioni del territorio comasco e ai loro associati, la serata è terminata con la proiezione del film “Full time” al cineteatro Gloria di Como.

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