Sicurezza sul lavoro: le aziende non agiscano in maniera unilaterale. Invitiamo i lavoratori, quando sarà possibile, a vaccinarsi

[vc_row][vc_column][vc_column_text]A un anno dall’inizio della pandemia, la Cgil di Como ha fatto il punto sulla sicurezza nei vari settori e nelle diverse aziende, grazie a un momento di confronto online provinciale con tutti i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza (rls).
«I problemi maggiori emersi – spiega Luca Fonsdituri, dipartimento sicurezza della Cgil di Como – riguardano i comparti dove, con frequenza, cambia il luogo di lavoro e in cui c’è la partecipazione di più aziende. Per esempio, il settore edile e quello agricolo. Oltre al comparto sanitario e a quelli legati alla rsa e alla logistica, hanno riscontrato difficoltà anche i settori di “contatto”, dove c’è per esempio attività di front office».
Stando ai dati elaborati dalla Cgil, fino al 31 agosto sono stati 800 le lavoratrici e i lavoratori lariani ad avere contratto il Covid sul posto di lavoro. I numeri sono saliti in maniera vertiginosa in autunno, portando il totale, da inizio pandemia a fine novembre, a 1537. Solo a novembre, le persone che si sono ammalate sul posto di lavoro sono state cinquecento.
«All’inizio – aggiunge Fonsdituri – dopo una fase di paura e timore, si sono firmati i protocolli e sono state prese le giuste precauzioni. Però, durante la seconda ondata, non abbiamo trovato la stessa attenzione e questo è un problema. Noi chiediamo alle aziende l’applicazione dei regolamenti  e la condivisione delle informazioni con i  rappresentanti dei lavoratori: alcune realtà hanno pensato d’affrontare in maniera unilaterale la pandemia, ma di fronte a un problema così delicato non si può agire così. La soluzione? Sarà il vaccino, tanto che il nostro invito, quando sarà consentito, è a vaccinarsi».
Per Umberto Colombo, segretario generale della Cgil di Como, «gli rls stanno gestendo la pandemia tutelando la salute dei lavoratori e aprendo discussioni con le aziende sull’organizzazione del lavoro. Ora, di fronte a uno scenario ancora complicato, si deve avere, in tutti i casi, un’applicazione sostanziale dei protocolli e dei regolamenti».
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