15 novembre ad Olgiate Attivo delle delegate e dei delegati, delle pensionate e dei pensionati della CGIL di Como sugli scioperi di novembre

La CGIL di Como riunisce il 15 novembre tutte le sue delegate e i suoi delegati, le pensionate e i pensionati nella sala Medioevo del Comune di Olgiate Comasco per discutere degli scioperi del 17 novembre e del 24 novembre.
All’Attivo del 15 parteciperà Christian Ferrari della Segreteria della CGIL Nazionale, aprendo i lavori, ci saranno interventi dei rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori, chiuderà i lavori Alessandro Pagano, Segretario Generale della CGIL Lombardia.
Fabio Ghelfi del dipartimento Internazionale CGIL Lombardia porterà il proprio contributo.
Durante la mattinata si discuterà delle motivazioni dello sciopero indetto con la UIL per il 17 novembre per i lavoratori di pubblico, poste, scuola, trasporti e dello sciopero del 24 di tutti gli altri comparti .
Il Segretario Generale della CGIL di Como, Sandro Estelli dichiara: ” Lo sciopero generale è necessario: questo Governo non ci ascolta. La legge di bilancio non ci soddisfa, le misure annunciate confermano una linea di politica economica sbagliata, inadeguata e conservativa. In essa non si trova alcune risposta alla drammatica emergenza salariale. E’ necessario alzare i salari e rinnovare i contratti: oggi 6 milioni e mezzo di lavoratori sono in attesa dei rinnovi contrattuali scaduti ormai da molti anni. Anche nei settori in cui i contratti sono stati rinnovati, l’inflazione, che rimane a livelli molto alti, non è recuperata a sufficienza dagli aumenti salariali. Serve una vera riforma fiscale che dia sostegno alle famiglie. Le pensioni subiscono un arretramento a fronte di un aumento del costo della vita che non si riesce più a rincorrere e  il taglio programmato sulle pensioni dei lavoratori del pubblico non è accettabile. Bisogna superare la legge Monti- Fornero per garantire la tutela del potere d’acquisto delle pensioni.  Il Governo ha  dichiarato di voler incrementare la spesa sanitaria, ma continua a indebolire il servizio sanitario nazionale spingendo cittadini e personale verso la sanità privata. Non c’è nulla di serio come contrasto al lavoro precario, a partire ad esempio da piani assunzionali nell’impiego pubblico.
Si continua ad affermare una visione della donna relegata al ruolo di madre. Prevedere forme di sostegno solo per donne con almeno due figli è sbagliato: serve invece prevedere un miglioramento della quantità e della qualità dell’occupazione femminile. Il nostro paese segna un gender gap in termini di retribuzioni che va affrontato con delle politiche serie e non paternalistiche.”

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