Regolarizzazione lavoratori stranieri 2020: a tre anni dalla misura anche a Como pratiche in stallo e uffici sotto organico

Una recentissima indagine dei promotori della campagna “Ero Straniero” ha verificato, utilizzando i
dati del Ministero dell’interno, delle prefetture e delle questure , lo stato di avanzamento dell’esame
delle domande di emersione e regolarizzazione presentate da giugno ad agosto 2020.
Come si ricorderà il decreto “rilancio”, licenziato dal governo nel maggio 2020, prevedeva la
regolarizzazione straordinaria di lavoratrici e lavoratori senza documenti ed impiegati
irregolarmente nel nostro paese nel settore domestico ed in quello agricolo.
Ora, i dati che riguardano la provincia di Como, in linea con lo sconfortante scenario nazionale,
sono gravi e preoccupanti.
Infatti, a fronte di 1826 domande presentate per l’emersione del lavoro domestico e di 115
domande per lavoro subordinato, i permessi di soggiorno fisicamente rilasciati dalla Questura
cittadina sono 605.
In sintesi, a tre anni dalla fine della finestra di regolarizzazione, solo il 31,2% delle domande
presentate, in linea col pessimo dato nazionale del 31,5%.
Ciò rende di fatto inesigibile un diritto alla regolarizzazione statuito dalla normativa nazionale.
Le conseguenze di tali ritardi sono gravissime ed impattano pesantemente sulla vita di quasi
milletrecento persone che, nella provincia di Como, vengono costrette all’incertezza ed alla
precarietà.
Per fare un solo esempio, tali soggetti, in attesa di ricevere i documenti, sono impossibilitati a
lasciare il territorio nazionale pena l’annullamento dell’istanza.
Per tacere delle ricadute sulla vita quotidiana, dal possesso di un codice fiscale provvisorio alle
difficoltà sull’ospitalità.
La mancanza cronica di personale nell’amministrazione Ministero dell’interno è quindi la
vera emergenza: non sono stati rinnovati i contratti alle lavoratrici ed ai lavoratori interinali che
erano stati assunti per tamponare il forte sottodimensionamento di personale di questure e
prefetture. Nulla è stato fatto per stabilizzare gli organici con l’inserimento di queste figure
professionali già formate. E oggi il governo Meloni non prevede alcun intervento.
Dal territorio deve partire la richiesta di provvedimenti strutturali e duraturi che permettano agli
uffici di procedere in tempi ragionevoli al rilascio di un permesso di soggiorno indispensabile per
far uscire tante persone dall’invisibilità.

Precedente

Prossimo