SITUAZIONE COVID 19-STRUTTURE SOCIO SANITARIE IN PROVINCIA DI COMO: NON C’è PIU TEMPO

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Non C’è più tempo.  è questo il grido d’allarme di migliaia di lavoratori che operanonelle residenze sanitarie assistenziali, case di riposo e nel settore soci -sanitario e assistenziale.Assenza di prevenzione e di piani d’intervento/protocolli per gestire l’emergenza, associati alla carenza di dpi e la carente formazione garantite ai lavoratori, hanno trasformato molte struttureresidenziali da luogo di protezione e cura dei più fragili in luogo di sofferenza e troppospesso di morte.Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, più di un mese fa hanno segnalato a Regione , al prefetto,ai datori, ad Ats e ai datori di lavoro le criticità presenti nelle strutture per anziani e disabili, chiedendo con forza la fornitura di idonei dispositivi di protezione e la rilevazione del contagio nellestrutture attraverso il tampone oro-faringeo per tutti gli ospiti e i lavoratori.
Quello che sta accadendo in queste ore dimostra come le nostre richeste siano state inascoltate e,a 45 giorni dall’inizio di questa emergenza, non esiste un piano condiviso e strutturato per affrontarla. Il quadro che emerge è disastroso e sono moltissimi i casi di positività o di sospetta positività(con sintomi evidenti) al Covid-19. Molti operatori e ospiti non sono stati sottoposti a tampone,sono quindi assenti misure minime di sicurezza tramite lo screening.Oltre alla fragilità degli ospiti, è necessario ricordare la fragilità del contesto lavorativo del qualestiamo parlando. Il settore è stato nel corso di questi ultimi anni depauperato di risorse e oggetto diprivatizzazioni che hanno avuto come attori protagonisti gli imprenditori della salute, che in molticasi, oltre alla garanzia del servizio, hanno come obiettivo primario l’utile in bilancio. Quest’approcccio azienzdale ha favorito il ricorso ad esternalizzazioni, che hanno come effetto continui cambi digestione, determinando servizi sempre più al ribasso, con ricadute evidenti sulla qualità oltre chesulle condizioni dei lavoratori. Personale con un’elevata età media, che svolgeun lavoro usurante, spesso presente con numeri ridotti, oggetto ciclicamente di contrattazioni alribasso.
Una situazione emergenziale già nella quotidianità, che l’attuale pandemia ha avuto il “merito” di far emergere e su cui bisognerà riflettere quando l’emergenza sarà terminata. I sindacati chiedono supporto urgente a tutti gli organi competenti, per evitare che l’attualesituazione diventi ancora più insostenibile e non recuperabile, anche in previsione delle conseguenze future che questa emergenza avrà sul sistema dei servizi socio sanitari e socioassistenziali. è necessario un approvvigionamento immediato di dispositivi individuali di protezione adeguatoalla reale necessità (quindi non solo mascherine). Devono essere fatti tamponi a tutti: ospiti edoperatori, con la conseguente ricollocazione degli ospiti, risultati positivi, in aree protette, sanificatee isolate e con la quarantena per gli operatori positivi. Chi ha terminato la malattia o la quarantenadeve essere sottoposto a tampone prima del rientro al alvoro. è tempo di aiutare chi cura.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Precedente

Prossimo