Previdenza: il governo dimentica le donne, solo 3760 esonerate da Legge Fornero; pensioni anticipate in calo del 72%.

“Nel 2024 solo 3760 donne potranno usare Ape sociale, quota 103 e opzione donna: si azzera di fatto qualsiasi forma di flessibilità in uscita, costringendole al pensionamento di vecchiaia a 67 anni. Le donne, soggetti più colpiti dalla legge Monti-Fornero, continuano ad essere le più penalizzate con le scelte del Governo Meloni, che fa cassa sulle loro pensioni” dice Lara Ghiglione (cgil nazionale).

Secondo l’ufficio politiche previdenziali della Cgil nazionale “nonostante i continui proclami e le tante promesse del Governo, le donne esonerate dalla Legge Fornero saranno pochissime, nel dettaglio ‘quota 103’ è una misura praticamente inutile che riguarderà solo gli uomini, perché coloro che perfezionano 41 anni di contributi e 62 anni di età nel 2024, hanno già perfezionato i requisiti di Opzione donna al 2021, ossia almeno 35 anni di contribuzione e 58 di età. Quindi nessuna donna avrà accesso alla nuova quota. Per quanto riguarda Opzione donna 2024 secondo le nostre stime riguarderà solo 250 donne: il Governo aveva promesso di riportare la misura ai requisiti previgenti, ma è riuscito invece a peggiorarla con l’aumento del requisito di età di un anno (da 60 anni a 61 entro il 31 dicembre 2023) e l’azzeramento previsto nella scorsa legge di bilancio. Stessa cosa su Ape sociale, dove l’aumento dell’età necessaria passa da 63 anni a 63 anni e 5 mesi e impatterà in particolare sulle donne. solo 3.510 potranno usufruire di questo strumento, delle 9.000 domande complessivamente stimate”.

Per rimuovere le attuali disuguaglianze è necessario creare occupazione di qualità per le donne, abbattere i divari retribuitivi e approvare una riforma complessiva dell’attuale sistema pensionistico, che riconosca le diverse condizioni delle persone, a partire da quelle di genere, e sani il gap dovuto a carriere discontinue e bassi salari, garantendo il riconoscimento del lavoro di cura prestato in ambito familiare, che, purtroppo, anche a causa degli scarsi investimenti in welfare, è ancora quasi esclusivamente a carico delle donne.

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